Escono «soddisfatti» i delegati degli studenti universitari milanesi dall’incontro sull’emergenza affitti di questa sera a Palazzo Marino con il sindaco Beppe Sala, i rettori degli atenei milanesi, l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco, l’omologo del Comune Pierfrancesco Maran e il collega di giunta con delega alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Al tavolo hanno partecipato alcune delle principali liste universitarie (Udu, Obiettivo Studenti, Unisì, Svolta). Con loro anche Ilaria Lamera, la 23enne che aveva acceso la miccia della protesta piantando una tenda davanti al Politecnico in segno di protesta contro i prezzi degli affitti ormai in costante crescita. «Questa non è la mia protesta ma quella di tutti gli studenti», ha spiegato uscendo dall’incontro.
«Quelle emerse sono delle buone proposte sia per il breve termine che per il lungo termine ma servirà l’aiuto del governo». L’auspicio più grande è quello di riaprire il tavolo di interlocuzione anche con Giorgia Meloni: «Quando si parlerà con il governo vogliamo esserci e non permetteremo che qualcuno ci escluda».
Dal canto suo, l’assessore Maran annuncia che, intanto, il Comune di Milano, con la Città Metropolitana, promuoverà entro una decina di giorni un incontro delle parti sociali (le associazioni dei piccoli proprietari e i sindacati), alla presenza dei rappresentanti degli studenti, «per aggiornare lo strumento del canone concordato» che consente ai proprietari di pagare la cedolare secca il 10 per cento e la metà dell’Imu se affittano entro i massimali dell’accordo.
«Agli studenti – spiega – sarà garantito un prezzo massimo di affitto concordato, fissato dalle parti sociali; i proprietari vedranno un notevole risparmio sulla tassazione in cedolare secca che passerà dal 21% al 10% e il dimezzamento dell’Imu». L’adesione dei proprietari è libera quindi le parti sociali dovranno concordare una tariffa in grado di garantire il successo dell’iniziativa e una riduzione di spesa per gli studenti.
Tre, invece, gli spunti che coinvolgono lo Stato: «Quello su cui chiediamo un incontro allo Stato, – aggiunge Maran – è un fondo a sostegno degli affitti, perché siamo l’unico Paese europeo a non avere una misura in questo senso. Ii conti della cedolare secca dello Stato sono andati particolarmente bene: se da questi si destinasse un miliardo al fondo affitti si potrebbero sostenere 420 mila nuclei familiari con 200 euro al mese».
Caro affitti, a Milano le tende si moltiplicano: altre 4 per protestare insieme a Ilaria, la ragazza che da giorni dorme davanti al Politecnico
FRANCESCA DEL VECCHIO

La seconda misura d’intervento nazionale riguarda una legge «che limiti l’ospitalità turistica, la principale competitrice dell’affitto agli studenti». Oggi solo Venezia ha una regolamentazione specifica ma «serve in tante citta». Terzo elemento «è lo sfitto nel sistema pubblico che va aggredito», aggiunge Maran.
In sostanza, la richiesta al governo è di destinare 300 milioni di euro per azzerare lo sfitto negli edifici pubblici di Aler, MM e altri enti e ridurre così la pressione abitativa. E proprio sugli immobili sfitti è intervenuto anche il capogruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia e responsabile nazionale dem per il diritto alla casa, Pierfrancesco Majorino: «La giunta Fontana sembra non avere thought di dove e quali siano le 15.000 case sfitte in Lombardia.
Sfidiamo la Regione nei prossimi mesi a chiarire tempi e risorse attraverso cui si vorrà intervenire». L’assessore Franco, presente al tavolo in Comune, ha invece spiegato che «dal Governo arriva una importante risposta al problema del caro-affitti: sono stati sbloccati 660 milioni di euro per nuovi posti letto a livello nazionale», quanto a Regione Lombardia, ha aggiunto che «pur non essendo la nostra mission principale, l’assessorato alla Casa e Aler Milano hanno messo in campo provvedimenti pratici, che hanno portato alla messa a disposizione di oltre mille alloggi per gli studenti e ai bandi per ottenerne altri».
Del parere che occorra collaborazione istituzionale anche i rettori Donatella Sciuto ed Elio Franzini, rispettivamente del Politecnico e dell’Università Statale di Milano: «Quello che noi possiamo fare è supportare i nostri studenti dando dei contributi, oltre a cercare di fare delle residenza universitarie, ma il problema è molto più ampio e quindi è necessario che ci sia un’azione concertata con le istituzioni», commenta Sciuto.
«Le soluzioni devono essere di carattere essenzialmente politico. La situazione è molto grave e si risolve semplicemente con maggiori finanziamenti per il diritto allo studio».