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Sunday, October 12, 2025

Shanghai, finale da movie: due cugini si giocano il Masters 1000



La finale di Shanghai fra Arthur Rinderknech e Valentin Vacherot sarebbe piaciuta a Hitchkock: perché ha una trama da movie ed è un complotto di famiglia. Oggi la giocheranno due cugini – e non period mai successo, al massimo fratelli, sorelle, cognati. Due che si conoscono fin da piccoli, che vanno a sciare e pescare insieme, anche se Arthur è francese e Valentin monegasco. Che hanno giocato insieme negli States alla Texas College, dove il più anziano, Rinderknech, ha garantito per il più piccolo. Figli di due sorelle, una delle quali, Nadine Paquet, mamma di Arthur, è stata n. 208 del mondo nel 1989.

Di più: il coach di Vacherot è Benjamin Balleret, ex discreto professional e figlio d’arte – papà Bernard ha giocato in Davis per Monaco – e fratellastro di Vacherot per parte di mamma, quindi “cuginastro”, di Rinderknech. Ma non basta: questa settimana il coach di Arthur, Lucas Pouille, non period in Cina e quindi Benjamin ha “cocciato” anche il cugino. Almeno fino a ieri. «Comunque vada ci saranno due vincitori – chiosa incredulo Rinderknech – perché io e Valentin abbiamo già vinto. Non so come sia successo, forse è la ricompensa per aver fatto del bene a qualcuno. Ma l’unica cosa che conta è che stavolta in campo ci saremo noi due».

Di hitckockiano, a voler essere crudeli, c’è anche un assassinio: quello del tennis di alto livello, compiuto con la complicità del clima ferocemente tropicale di Shangai. I due congiunti, ragazzi robusti e simpatici, 30 anni Arthur, 26 Valentin, sono infatti volenterosi e anche talentuosi, entrambi dotati di un servizio temibile, ma decisamente al di sotto dello customary di un Masters 1000 (dove mai c’è stata una finale meno nobile). Valentin, n. 204 del mondo – per classifica il più scarso finalista in un torneo Masters dal 1990 – quando si è iscritto period di 22 posti fuori dalle qualificazioni. Le ha superate rimontando due volte un set sotto, poi ha vinto altri sei match, tre ancora in rimonta, lasciando per strada cadaveri (sportivi) eccellenti: Djere, Bublik, Mahac, Griekspoor (che aveva eliminato Sinner), il n.11 Atp Rune e in semifinale Novak Djokovic, magari un po’ acciaccato ma sempre combattivo, per 6-2 6-4. Il cugino Arthur, n.54, ha fatto se possibile ancora meglio, seccando fra gli altri il n. 3 Zverev, poi Lehecka (19), Auger-Aliassime (13) e ieri l’ex n.1 Medvedev in tre set mozzafiato (4-6 6-2 6-4). Alla fantastic si sono abbracciati tutti in campo: comunque vada, resterà tutto in famiglia.

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